Sunday 17 October 2010

Il London Film Festival

Sono tornata a lavoro e sono stata proiettata nel caos del London Film festival, organizzato dalla compagnia per cui lavoro, niente popó di meno che il British Film Institute. Suona molto pomposo ma faccio un lavoro un semplice, oscillando tra box office e amministrazione.
Il Festival dura 2 settimane, é iniziato il 13 e finirá il 28. Nel corso di queste due settimane avremo a che fare con registi, attori, produttori e un saccaccio di film. In linea di massima é una baraonda semi-organizzata (sembra sia molto difficile coordinare tanta gente che va é viene) frequentata soprattutto, ma non solo, da accaniti cinefili pronti a tutto per vedere i film in anteprima, e nel caso dei gala (le premiere col tappeto rosso, i fotografi e i divi) sono ancora piú accaniti perché vogliono poter camminare sul tappeto rosso a seguito delle star per poter dire "io c'ero". Dal mio punto di vista, ovvero con un piede dentro al Festival, la scena ha del divertente, grottesco a volte, e anche del disperato. Non completamante in senso negativo, ma c'é questa generale necessitá di sentirsi vicini ai divi, di poter respirare la stessa aria che respirano, godere della luce dei riflettori, che mi fa sorridere e fare spallucce. I fotografi sono la cosa che osservo di piú. Mi ricordano dei piranha che assaliscono una preda, dove la preda sono i divi e i denti dei piranha i flash delle loro potenti macchine fotografiche. E la cosa divertente é vedere le reazioni degli attori famosi. Sul viso di alcuni si legge proprio la voglia di essere al centro dell'attenzione, di essere fotografati. Anche il mettersi in posa é stato provato e riprovato, e diventa impeccabile. Per altri posare per i fotografi é invece un fastidio, una necessitá pubblicitaria che accompagna la presentazione del film, ma che si sbrigano a compiacere con poche pose. Ogni tanto capita anche un attore che gioca con i fotografi e col pubblico. L'anno scorso ho visto Keanu Reeves fare una cosa che gli ha fatto guadagnare un sacco di punti simpatia, ma proprio tanti. Era venuto a seguito del film Anvil: the story of Anvil, che non ha a che fare con lui, se non per il fatto che gli piace la band e ha voluto presentare il film per darne risonanza. Essendo un documentario su un vecchio gruppo metal ormai scivolato nell'oblio sicuramente il suo endorsement é stato una bella spinta. Quindi oltre a essermi giá simpatico di suo e per aver appoggiato il documentario sugli Anvil, ha fatto anche un'altra cosa figa: si é presentato senza pompa magna, vestito casual, ha fatto un cenno ai fotografi che sarebbe tornato a farsi fotografare, ma prima é entrato nel cinema, ha salutato i fan dentro al cinema, ha firmato autografi, poi é uscito, ha salutato i fan che erano fuori al bordo della passerella dietro alle transenne e poi si é lasciato fotografare. Poche pose, un paio di saluti e via dentro a vedere il film. Un mito. Magari fossero tutti cosí. Altre cose che mi fanno sorridere sono le dive che indossano bellissimi vestiti scollati in un periodo in cui a Londra fa un gran freddo e resistono stringendo i denti in sorrisi smaglianti per farsi fotografare nei loro Gucci, Prada, Cavalli ecc. e poi le vedi entrare nel cinema con il naso rosso per la reazione alla temperatura del locale. Sono anche loro essere umani per caritá, soffrono il freddo come i comuni mortali, e chiaramente anche le presentazioni con tanto di passerella sono parte del loro lavoro, ma sono soggette a talmente tante attenzioni da parte dei fotografi, dei paparazzi (la razza bastarda) e degli innumerevoli fans. Sicuramente un sogno per chi vuole l'attenzione su di sé, ma in caso contrario la vedo proprio una cosa pesante.
Lunedí vado a vdere il film Meek's Cutoff e non vedo l'ora. Innanzituttto é un tipo di Wetern diverso, interessante, introspettivo invece del classico spaghetti Western a cui siamo abituati. E poi ha il mio attore preferito del momento, Bruce Greenwood, che é un caratterista di grandissimo talento con un curriculum mostruoso che lo ha visto interpretare i ruoli piú disparati, buoni cattivi, Presidenti degli USA (lui che é Canadese), vari personaggi in ruoli di comando, padri, mariti, un po' di tutto insomma. E l'unico altro film che so che vedró al Festival é Draquila, di Sabina Guzzanti. I miei gentitori sono della provincia dell'Aquila, per cui questo film mi tocca un argomento davvero caro. Spero di riuscire a vedere anche altri film, ma non sará un'impresa facile, non solo perché non sono rimasti molti biglietti, ma soprattutto perché sto sempre a lavoro al box office, ma proveró.

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