Friday 1 October 2010

eromA

Un po' una riflessione cosí... ma mi cimento nell'argomento e poi spero di non riprenderlo piú perché é una di quelle cose... quelle... sapete che intendo...
evoL...
        ruomA...
                     eromA
Mi rifiuto di scriverla come si deve. Cosa pericolosa, da usare decisamente con cautela, puó avere effetti indesiderati e in alcuni casi puó portare a gravi conseguenze per la salute.
Amare... va beh che poi non si finisce mai di imparare come si fa. I "come" sono tanti quanto i "quanto." Non a caso la saggia poetessa Elizabeth Barret-Browning diceva in una delle poesie d'amore piú belle mai scritte, e per tanto anche piú sputtanate e riciclate (e mi accodo a fare altrettanto) "How I love thee, let me count the ways" (Quanto ti amo, lascia che ne conti i modi). Ieri sera, parlando con Amal, donna geniale e dalle mille risorse, mi sono trovata a raccontarle dei miei vecchi amori. Beh, fondamentalmente é uno. Solo uno, che ormai ho in un certo qual modo metabolizzato. Infatti per me conta come uno scontrino vecchio del supermercato, che vuoi o non vuoi ti riciccia sempre in tasca. Quando lo leggi ti ricorda che al supermercato ci sei passata, hai fatto quell'acquisto, l'hai cucinato, ma ora fondamentalmente l'hai digerito. In Inghilterra si userebbe un'altra metafora, che in realtá é anche piú consona al caso. Questo vecchio amore é un "bad penny," una moneta rovinata, fai di tutto per liberartene ma in un modo o nell'altro te la ritrovi sempre in tasca. Forse per me é piú una questione di bad penny che non di scontrino, perché quello almeno prima o poi o viene lavato per sbaglio con i pantaloni in lavatrice, o si scolorisce e si logora di suo e in qualche modo te ne liberi, invece del bad penny no. E infatti prima o poi mi ritrovo a raccontarlo. É un vecchio amore che mi ha lasciato qualche cicatrice e una piú profonda conoscenza di me, quindi conta, suo malgrado, in funzione di me... Ma stendiamo un velo pietoso che é meglio. Anche perché dopo il bad penny c'é stato un bell'amore, che peró é nato (e lo sapevo pure) non come un placido affluente diretto verso il mare, ma come una cascata che sarebbe colata a picco. Sará per questo che al momento sento che il mio amore egoistico, per intenderci quello che ci teniamo per noi, per sentirci bene, non va verso chi ma verso cosa. Perché quel tipo di eromA non ti tradisce, non ti lascia, non ti fa soffrire, non ti sconvolge, non ti rivoluziona la vita, ma te la fa apprezzare. Amo tanto i silenzi, come avevo scritto nel mio post precedente, quelli notturni, riflessivi. Amo le cose semplici, cose anche stupide, amo il qui ed ora. Amo come certe volte in un breve momento di calma mi sento viva e reale, mentre nella maggior parte del tempo vado di corsa e ignoro di essere tale. E in quei momenti amo come il mio io conscio si senta illuminato. Come quando mi incanto nel vuoto e mi sento tranquilla assorbita dal nulla. Ma poi riapro gli occhi e mi catapulto nella realtá, dove si corre, si lavora, non c'é tempo per incantarsi e sentirsi illuminati. Sará per questo che amo sognare. Non tanto ad occhi aperti quanto il vero sogno, il trip notturno naturale, con i sui cicli cerebrali con tanto di REM. Amo sognare perché spesso ricordo i miei sogni. Il mio inconscio mi racconta delle favole e mi mette nel cast come protagonista, che voglio di piú dalla vita! Amo come a volte mi metto a scrivere e non so dove voglio andare a parare...

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